DPI e DM, qual è la differenza? | Reposa

DPI e DM, qual è la differenza?

DPI e DM, qual è la differenza?

Quando si parla di DPI (acronimo di Dispositivi di Protezione Individuale) ci si può riferire ad una vasta categoria di protezioni indossabili, come ad esempio calzature antinfortunistiche, caschi, guanti protettivi, maschere, e tutti quegli accessori e strumentazioni che servono a proteggere chi li indossa e ridurre al minimo i rischi dovuti a cause esterne. In ambito sanitario e ospedaliero però si sente parlare spesso anche di DM (Dispositivi Medici) per indicare dispositivi il cui scopo, anche in questo caso, è quello di salvaguardare la salute di chi li utilizza.

Sarebbe però errato confondere queste due definizioni, perché anche se è vero che alcuni dispositivi possono agire sia da DPI che da DM, dal punto di vista normativo esistono delle differenze sostanziali tra loro. Queste due tipologie di dispositivi, infatti, sono disciplinate a livello Europeo da normative distinte, ovvero la Direttiva UE 425/2016 per i DPI e la Direttiva 93/42/CEE per i DM.

Ma vediamole nel dettaglio.

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DPI e DM: definizione e usi

I dispositivi di protezione individuale vengono definiti come attrezzature ed elementi accessori che hanno lo scopo di proteggere chi li indossa dai rischi che ne minacciano la salute e la sicurezza, e sono generalmente utilizzati in ambito lavorativo.

I requisiti da rispettare nei DPI sono:

  • Adeguatezza ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore
  • Adeguatezza alle condizioni esterne esistenti
  • Rispetto delle esigenze ergonomiche e di salute del lavoratore
  • Compatibilità tra i diversi DPI, qualora la mansione svolta richieda l’uso simultaneo di più di essi
  • Possibilità di essere indossati e rimossi facilmente secondo le necessità dell’operatore

Secondo la definizione di dispositivo medico invece si intende uno strumento, impianto, sostanza o altro prodotto che può essere indossato o utilizzato da un paziente ai fini di:

  • Eseguire una diagnosi, monitorare o attenuare una malattia o un handicap
  • Attenuare o compensare una ferita o un handicap
  • Effettuare uno studio o una modifica dell’anatomia o di un processo fisiologico
  • Intervenire sul concepimento

I DM non devono mai svolgere l’azione principale nel o sul corpo umano, ma possono coadiuvare delle terapie farmacologiche o immunologiche.

Possiamo quindi notare che la differenza sostanziale tra questi due diversi dispositivi sta nello scopo finale e nel soggetto che si intende proteggere: mentre i DPI servono a salvaguardarsi da possibili rischi esterni, indipendentemente dal fatto che ci si trovi in ambito medico oppure no, i DM dall’altro lato sono ad uso dei pazienti che hanno bisogno di una diagnosi, di integrare una cura, di proteggersi da possibili infezioni, o che nella loro condizione risultano potenzialmente contagiosi e devono quindi limitare i rischi per chi li circonda.

E allora perché a volte si crea confusione tra queste due definizioni? Questo accade perché, soprattutto in ambito sanitario e ospedaliero, esistono molti dispositivi che anche se in origine erano stati pensati per un solo scopo, in molti casi finiscono per svolgere entrambe le funzioni.

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Può un dispositivo essere sia DPI che DM?

Per stabilire se un prodotto è un dispositivo di protezione individuale o un dispositivo medico, come abbiamo visto, è necessario capire se esso è volto alla protezione di chi lo indossa o alla protezione del paziente in cura quando ci si trova in ambiente medico. Nonostante ciò, alcuni prodotti nati inizialmente per proteggere il paziente finiscono per fornire protezione anche a chi li indossa e viceversa.

Alcuni esempi di dispositivi che sono in grado di svolgere questa doppia azione sono le maschere e mascherine facciali, nate inizialmente per proteggere il paziente durante le operazioni, ma che possono essere progettate anche come dispositivo di filtraggio per salvaguardare la salute di chi le indossa dai rischi di tipo infettivo. Lo stesso vale anche per i guanti ad uso chirurgico, visiere e altre protezioni per gli occhi. In ogni caso, sarà il produttore a specificare la destinazione d’uso del dispositivo e la sua rispondenza ai requisiti richiesti dalla norma in merito.

A tale proposito, sia i DPI che i DM devono recare la marcatura CE, riportata obbligatoriamente sulla confezione e sul prodotto per entrambe le tipologie, certificando la conformità di questi ultimi alle normative europee a difesa del lavoratore e/o del paziente.

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 Le categorie di DPI e i DPI Reposa

Le categorie di DPI esistenti sono tre: I° categoria per proteggere da danni fisici di lieve entità, II° categoria per prevenire rischi di media entità e III° categoria per i casi in cui si rischiano lesioni anche gravi, fino al pericolo di morte.

La suddivisione dei DPI in categorie è un’informazione che ci dice molto sulla destinazione d’uso di questi accessori e sulla loro capacità di protezione dell’individuo che li indossa.

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Come si colloca Reposa sulla questione DPI/DM?

Gli zoccoli sanitari e le linee di calzature da lavoro Reposa, interamente Made in Italy e da decenni ai piedi dei professionisti in ambito ospedaliero, sanitario, agroalimentare e in molti altri settori, sono classificati e certificati come DPI, dispositivi di protezione individuale.

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A quale categoria appartengono?

Tutte le calzature/zoccoli da lavoro appartengono alla seconda categoria in cui trovano spazio anche dispositivi quali guanti, caschi, occhiali, visiere e altri indumenti protettivi.

Per ulteriori informazioni e per scoprire tutti i modelli di zoccoli sanitari e calzature da lavoro visita il nostro catalogo oppure contattaci.

Reposa, specialista nella produzione delle calzature e zoccoli da lavoro, offre un catalogo ricco di proposte, composto da varie linee di prodotti rispondenti alle diverse esigenze degli ambiti in cui vengono utilizzati. Per scoprire come scegliere la calzatura da lavoro più adatta al tuo settore leggi l’articolo su come scegliere la tua scarpa da lavoro.

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